Sviluppo di resistenze o ceppi resistenti
Il virus dell'epatite C, nell'atto di replicarsi o riprodursi, compie una serie di errori: in altre parole, non riesce a replicare una copia perfetta di se stesso, ed il risultato di questo "errore di trascrizione" sono miliardi di virus diversi l'uno dall'altro che persistono nel sangue del malato.
Se tra questi mutanti virali – così simili ma diversi uno dall'altro – ne esiste una specifica tipologia con caratteristiche tali da renderlo capace di replicarsi anche in presenza di un farmaco antivirale, questo ceppo si riprodurrà, e si amplificherà a tal punto da rendere la maggioranza del virus circolante resistente al farmaco.
Lo sviluppo di resistenze può avvenire per diverse cause
- potenza del farmaco inadeguata
- quantità del farmaco inadeguata
- aderenza inadeguata (non assumere il farmaco alle modalità prescritte)
- resistenze preesistenti (anche attraverso l'esposizione ad altri antivirali)
- imprevedibile insorgenza di mutazioni che rendono il farmaco inattivo su quel particolare tipo di virus
Gli studi con sofosbuvir/velpatasvir/voxilaprevir hanno evidenziato che:
I principi attivi hanno mostrato in vitro una elevata barriera di resistenza alle principali mutazioni, note per ridurre l’efficacia dei farmaci, ed in particolare Voxilaprevir è attivo in vitro contro la maggior parte delle RAV dell’NS3 che conferiscono resistenza agli inibitori delle proteasi NS3/4A di prima generazione. Inoltre, velpatasvir è attivo in vitro contro la maggior parte delle RAV dell’NS5A che conferiscono resistenza a ledipasvir e daclatasvir.
Sofosbuvir, velpatasvir e voxilaprevir sono stati pienamente attivi nei confronti di sostituzioni associate a resistenza ad altre classi di DAA con diversi meccanismi d’azione; ad es., voxilaprevir è stato pienamente attivo contro le RAV dell’NI dell’NS5A e dell’NS5B.
Sofosbuvir/velpatasvir/voxilaprevir si è mostrato così efficace nel trattamento dei pazienti con precedente fallimento a DAA, indipendentemente dalla presenza di varianti di resistenza, da avere avuto l’indicazione specifica proprio per il ritrattamento di tali pazienti.
Fallimenti
Ho fallito una terapia a base di sofosbuvir/velpatasvir/voxilaprevir, posso essere trattato con altri antivirali di nuova generazione?
La questione dei fallimenti e ritrattamento con farmaci ad azione antivirale diretta di nuova generazione è una tematica ancora ricca di interrogativi, in funzione dell’assenza di dati certi.
In linea generale, non vi sono preclusioni per l’utilizzo di inibitori non nucleosidici e nucleosidici dell’NS5B.
Si rimanda in ogni caso a indagini specifiche per rilevare il quadro generale delle mutazioni eventualmente presenti per poter decidere assieme al medico l’opportunità di un ritrattamento appropriato.