Team interdisciplinari per colpire il cancro con precisione

Cento esperti riuniti a Roma per creare un ponte tra ricercatori di base, professionisti che lavorano con le nuove tecnologie, medici e operatori sanitari
La medicina di precisione sta assumendo un ruolo fondamentale nella lotta ai tumori, ma per ottenere risultati quanto più possibile efficaci deve essere il frutto di un approccio multidisciplinare al paziente e alla sua malattia.
È questo, in sintesi, il principale messaggio consegnato alle Istituzioni dagli oltre cento tra i massimi esperti italiani ed europei riuniti a Roma il 28 e 29 aprile per il convegno internazionale “Italian Summit On Precision Medicine” con l’obiettivo di creare un ponte tra ricercatori di base, professionisti che lavorano con le nuove tecnologie, medici e operatori sanitari.
«Grazie a tecniche innovative di sequenziamento genetico, come la Next Generation Sequencing, abbiamo a disposizione una grande mole di informazioni sulla singola neoplasia» spiega Paolo Marchetti, direttore scientifico dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata (Idi) di Roma, presidente della Fondazione per la medicina personalizzata. La medicina di precisione, avverte però Marchetti, «non può essere considerata solo come la ricerca di bersagli molecolari a cui associare le terapie. Uno dei nostri obiettivi deve essere capire i motivi per i quali un paziente non risponde positivamente a una cura anche in presenza di un bersaglio e di un relativo farmaco attivo. Anche per questo - aggiunge - sono fondamentali i Molecular Tumor Board che però non devono diventare un inutile appesantimento burocratico».
Per ora in Italia sono attivi solo venti di questi gruppi multidisciplinari in cui si discutono i casi di pazienti che possono trarre beneficio dalla selezione dei trattamenti anticancro attraverso i test di profilazione molecolare. Vi è una forte disparità nei livelli d’assistenza garantiti e non vi è una copertura uniforme del territorio nazionale. Non solo. Bisogna che i Molecular Tumor Board lavorino con un approccio interdisciplinare. Quindi i singoli specialisti (oncologi, genetisti, biologi molecolari, anatomo-patologi, tecnici informatici, big data manager, ingegneri e fisici) devono raccogliere quante più informazioni possibile che devono poi essere elaborate e integrate tra loro in base alle singole competenze per consentire al paziente di ricevere il migliore e più efficace trattamento possibile.
«La medicina di precisione non può rimanere un principio astratto - ribadisce Giuseppe Curigliano, direttore della Divisione Nuovi farmaci per terapie innovative dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) e professore di Oncologia medica all’Università di Milano - ma diventare una realtà nella pratica clinica quotidiana degli oncologi. La ricerca medico-scientifica ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e dobbiamo sempre più tenere conto di molti aspetti sulla natura biologica e molecolare dei vari tumori. Conosciamo più approfonditamente alcuni meccanismi, intrinseci alle cellule cancerogene, che riescono a regolare l’evoluzione della malattia ed eventualmente anche la resistenza ai trattamenti. Spesso i nostri pazienti presentano comorbilità croniche e quindi assumono farmaci per la cura di altre malattie. C’è quindi l’assoluta necessità di ottenere la così detta “riconciliazione terapeutica”. Vi sono poi sistemi complessi come il microbiota che gioca un ruolo fondamentale nei meccanismi di resistenza o sensibilità all’immunoterapia».
I nuovi esami come la Next Generation Sequencing «presentano adesso costi relativamente contenuti», sottolinea Marchetti. «Le informazioni che otteniamo sono maggiori -aggiunge - ma è necessario darne una corretta interpretazione in modo che si traducano davvero in benefici clinici. Il lavoro di squadra dei Molecular Tumor Board può mettere il paziente in condizione di rispondere positivamente a un trattamento innovativo».
Il Summit On Precision Medicine è giunto nel 2023 alla sua quarta edizione, per la quale, spiega Curigliano «abbiamo deciso di concentrarci sull’approccio agnostico alla cura del cancro. I farmaci “agnostici” rappresentano la nuova era delle terapie e non colpiscono un solo tipo di tumore, come fa la gran parte dei medicinali attuali. Vanno a bersagliare un gruppo di geni mutati, potenzialmente responsabili dello sviluppo della malattia. Si tratta di geni “ubiquitari” che sono cioè comuni a diversi tumori, indipendentemente dall’organo in cui originano. L’accesso dei pazienti a queste nuove terapie deve iniziare con l’esecuzione di un test di profilazione genomica e prosegue con l’interpretazione dei dati per arrivare infine alla scelta terapeutica». Si tratta di «un approccio totalmente nuovo – osserva infine Marchetti - e un’ottima dimostrazione dei risultati straordinari ottenuti dall’oncologia di precisione».
Fonte: healthdesk.it