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Ritorno in sala operatoria dopo il trapianto di fegato: i fattori di rischio

Obesità, abuso di alcol e coagulopatia sono i fattori di rischio che aumenterebbero le possibilità di un ritorno in sala operatoria dopo il trapianto di fegato. È quanto emerge da uno studio pubblicato sul The American Journal of Surgery.

Esaminando i dati di 160 riceventi coinvolti nello studio del Colorado Multi-Institutional Review Board, i ricercatori hanno osservato che tra i partecipanti con un indice di massa corporea pari o superiore a 30, l’80% era costretto a tornare sotto i ferri entro 48 ore dal primo intervento se il donatore assumeva due o più porzioni quotidiane di alcol.

Inoltre, una triade di obesità, alcolismo e coagulopatia, ovvero una ridotta capacità di formare coaguli di sangue e fermare le emorragie, era associata a un ritorno del 100%.

Durante l’operazione, infatti, il fegato è un po’ lento e impiega del tempo a svegliarsi, il che comporta un’emorragia coagulativa lenta che fa sì che il sangue si coaguli intorno ad esso. Pur non essendo una condizione dannosa, quando è molto abbondante può mettere l’organo sotto pressione e rallentarne il recupero.

Nello studio viene spiegato che non sempre è possibile ridurre al minimo questo fattore che comporta il ritorno in sala operatoria dopo il trapianto di fegato, ma che i chirurghi possono gestirlo in modo più aggressivo se l’indice di massa corporea elevato o il consumo eccessivo di alcol non rappresentano ulteriori fattori di rischio.

L’obiettivo è quello di condurre nuove ricerche che aiutino a comprendere meglio i vari fattori di rischio, così da anticipare gli esiti e pianificare meglio il post-trapianto.

Fonte: epateam.org

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