Epatiti, senza regole migrazioni cittadini per nuovi farmaci
(ANSA) - Roma, 5 nov - Senza un Piano Nazionale per le Epatiti che fissi principi e percorsi di diagnosi e cura uguali nelle Regioni, soprattutto per l'accesso ai nuovi e costosi farmaci, saranno inevitabili le migrazioni sanitarie dei cittadini. Ad affermarlo e' Antonio Gasbarrini, professore di gastroenterologia all'università cattolica di Roma nel corso di un convegno sull'impatto delle nuove cure sull'economia e le politiche sanitarie.
Secondo una indagine riportata dall'esperto, solo 9 Regioni hanno fino ad ora individuato percorsi ma con una enorme variabilità e discrezionalità di comportamenti, dalla scelta dei centri che prescrivono i nuovi farmaci alle indicazioni cliniche per poterli usare; c'e' chi tratta forme lievi di cirrosi e chi solo quelle più avanzate. ''E se questo accade ora per una vecchia generazione di farmaci - ha sottolineato il gastroenterologo - cosa avverrà tra pochi mesi con l'arrivo delle molecole più efficaci ma anche più costose? Serve un piano con percorsi identici nelle Regioni per evitare sbilanciamenti e discriminazioni''.
Secondo gli esperti gli scenari che si aprono con le nuove molecole che saranno approvate a breve sono davvero rivoluzionari: ''da tassi di guarigione dall'infezione con il virus dell'epatite C oggi abbastanza modesti (del 45%) si arriverà a tassi di efficacia dell'80-95% '', ha spiegato Massimo Colombo dell'università di Milano. Ma i vantaggi dei nuovi farmaci sono enormi, niente iniezioni con interferone ma uso di pillole, breve durata dei trattamenti e pochi effetti collaterali. L'obiettivo sarà eradicare non solo il virus ma diminuire la progressione della malattia e dunque la mortalità.
A fronte di questo si dovrà preventivare un enorme esborso di denaro per la sanità pubblica. Secondo i primi scenari tracciati dagli economisti sanitari del Ceis di Tor Vergata i risparmi potrebbero andare da un minimo di 11 mln di euro dal 2015 ad un massimo di 44 mln di euro nei successivi 15 anni. (ANSA).